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Sabato 3 giugno, il laboratorio ScenAperta va in scena al Teatro di Biella Chiavazza

Sabato 3 giugno, il laboratorio ScenAperta va in scena al Teatro di Biella Chiavazza

3 giugno 2023 Evento passato

Sabato 3 giugno, alle ore 21.00, il laboratorio teatrale ScenAperta del prof. Renato Iannì, con il sostegno dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Vigliano Biellese, attraverserà il tempo e lo spazio e, fondendo teatro di ricerca e popolare, con un gruppo affiatato di interpreti andrà in scena con un evento fortemente emozionale sul tema degli eterni migranti: "Zattere e zavorre". Il palcoscenico non sarà tuttavia il solito: il teatro Erios è infatti in ristrutturazione e ad ospitare l'evento sarà quindi il Teatro parrocchiale di Biella Chiavazza.

All’inizio del 1900 le navi partivano dal golfo di Genova, di Napoli e Palermo gonfie di migranti…”
La cruda attualità di un Mediterraneo di cadaveri e sangue e quella degli italiani del primo Novecento che, all’arrivo nelle coste degli Stati Uniti, guardavano stupiti la Statua della Libertà che emergeva tra le nebbie di New York sembrano lontane, ma legano presente e passato con il forte filo della parola migrante.
Tra storia e poesia, tra immagini crude e delicata nostalgia, con “Zattere & Zavorre” il Teatro Stabile di Biella diretto da Renato Iannì, L’Arabesque e il Comune di Vigliano Biellese presentano uno spettacolo da non mancare, sulla nostra vita e su quella dei nostri bisnonni e dei loro padri, sull’Italia in fuga e sulla forza con cui i migranti hanno saputo riconquistare la perduta dignità, combattendo anche contro la fama di fango, che la delinquenza compatriota creava attorno a loro.

Racconta Iannì: “Con Zattere e Zavorre, che ho scritto e messo in scena per la prima volta nel 2012, vogliamo destare l'attenzione sui fatti in sé, senza faziose strumentalizzazioni, raccontando storie vere, del nostro e di altri popoli: storie di arrivi e di partenze, sin dal primo Novecento, quando anche gli italiani migravano, per la Francia e gli States, per la Svizzera e l'America latina, per la Germania e l'Africa, spesso trattati come inutili zavorre, che viaggiavano su navi sicure come zattere”.
La migrazione di ieri incontra quella di oggi, in cui l’America si chiama Lampedusa o Europa, in cui l’indifferenza o il razzismo mantengono intatto lo stesso disprezzo di uomini verso altri uomini.
“Non si parte né si partiva per rubare posti di lavoro o per delinquere- continua Iannì - la criminalità non è di un popolo o di una nazione. Ogni popolo ha luci e ombre, e le ombre fanno più paura delle luci”.

Lo spettacolo, che ha mantenuto la sua attualità, racconta dei naufraghi italiani, delle schiave dei bordelli, degli operai e delle operaie delle fabbriche di New York, come quelle bruciate vive nel 1911 e che hanno dato origine all'8 marzo, dei manovali emigrati in Brasile e in Argentina. Racconta di Ellis Island, dove avveniva la selezione e molte famiglie venivano separate, fra chi poteva rimanere in America e chi era costretto a tornare in Italia. Racconta della pazienza e dell’ironia, che permettevano di sopportare tutto; dei riti quotidiani delle donne, dal caffè al ricamo, dal chiacchiericcio all’amore genuino; delle feste in cui il rosolio si mescolava al ballo e le parole agli abbracci rubati; della solitudine e della nostalgia per una terra che li gettava in mare su navi-zattere, come fossero uomini-zavorra. Racconta dell'Italia e dei migranti di ieri, ma anche di quelli di oggi: "Ci facciamo distrarre dalle maldicenze sugli immigrati stranieri, gli stessi che lavorano e muoiono nei campi o fra i tralicci dell’edilizia, che fanno da badanti ai nostri anziani, ma non ci accorgiamo che sono molto più numerosi i giovani italiani che emigrano in cerca di un lavoro degno delle loro fatiche”. Racconta di una strana umanità: "Gente che narra le stesse storie e vive le stesse speranze e le stesse paure, dorme sulla stessa barca, ma si scanna sulla stessa terra!". In scena: Alberto Bosso, Enrico Ceria , Aurora Fila, Roberto Gindro, Marco Giorcelli, Erica Potuto, Agata Sarcì. Musiche di Gianmaria Testa. Testi e regia di Renato Iannì.


Costo

Gratuito

Contatti

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Email protocollo@vigliano.info
Telefono 015.512041

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