26 gennaio 2022
Per il giorno della memoria 2022, l'Amministrazione propone una riflessione a tutto tondo sul tema dell'indifferenza, l'apatia morale di chi si volta dall'altra parte.
La Biblioteca comunale "Aldo Sola" ha selezionato una serie di volumi e di immagini sul tema della Shoah: libri per i più piccoli, libri per i grandi. Un filo conduttore, quello dell'importanza di rifiutare il male. Ed un invito a rileggere il discorso che Liliana Segre pronunciò il 5 giugno 2018 al Senato nell'ottantesimo anniversario dell'emanazione delle leggi razziali e qui di seguito riportato: un monito a respingere la tentazione dell'indifferenza, più colpevole della violenza stessa.
Il brano fa parte della raccolta di testi e riflessioni sulla Shoah che la rete di Luminosa, di cui il Comune di Vigliano Biellese è parte, ha raccolto nel libretto allegato.
Il tema dell'indifferenza è oggetto anche del video al link allegato, realizzato, analogamente, da Luminosa nel 2021.
Infine, un invito alla mostra che sarà inaugurata il 12 febbraio a Biella - Palazzo Gromo Losa, sul Campo di concentramento e centro di messa a morte di Auschwitz-Birkenau, a cura del Mémorial de la Shoah di Parigi. L'iniziativa è organizzata in occasione del Giorno della Memoria 2022 da parte dell'Istituto per la storia della Resistenza e della Società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia con il patrocinio di: Prefettura, Ufficio territoriale del Governo di Biella, Provincia di Biella, Città di Biella, Ufficio scolastico regionale per il Piemonte, Ufficio X Ambito territoriale per la provincia di Biella, Comunità ebraica di Vercelli, Biella, Novara, Vco, Anpi-Comitato provinciale Biellese e con la collaborazione di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Palazzo Gromo Losa Srl e Associazione StileLibero.
RESPINGERE LA TENTAZIONE DELL’INDIFFERENZA
Signor presidente, signor presidente del Consiglio, colleghi senatori, prendendo la parola per la prima volta in quest’Aula non posso fare a meno di rivolgere innanzitutto un ringraziamento al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha deciso di ricordare l’ottantesimo anniversario dell’emanazione delle leggi razziali, razziste, del 1938 facendo una scelta sorprendente: nominando quale senatrice a vita una vecchia signora, una persona tra le pochissime ancora viventi in Italia che porta sul braccio il numero di Auschwitz.
Porta sul braccio il numero di Auschwitz e ha il compito non solo di ricordare, ma anche di dare, in qualche modo, la parola a coloro che ottant’anni orsono non la ebbero; a quelle migliaia di italiani, quarantamila circa, appartenenti alla piccola minoranza ebraica, che subirono l’umiliazione di essere espulsi dalle scuole, dalle professioni, dalla società, quella persecuzione che preparò la shoah italiana del 1943-1945, che purtroppo fu un crimine anche italiano, del fascismo italiano. Soprattutto, si dovrebbe dare idealmente la parola a quei tanti che, a differenza di me, non sono tornati dai campi di sterminio, che sono stati uccisi per la sola colpa di essere nati, che non hanno tomba, che sono cenere nel vento.
Salvarli dall’oblio non significa soltanto onorare un debito storico verso quei nostri concittadini di allora, ma anche aiutare gli italiani di oggi a respingere la tentazione dell’indifferenza verso le ingiustizie e le sofferenze che ci circondano. A non anestetizzare le coscienze, a essere più vigili, più avvertiti della responsabilità che ciascuno ha verso gli altri. In quei campi di sterminio altre minoranze, oltre agli ebrei, vennero annientate.
Tra queste voglio ricordare oggi gli appartenenti alle popolazioni rom e sinti, che inizialmente suscitarono la nostra invidia di prigioniere perché nelle loro baracche le famiglie erano lasciate unite; ma presto all’invidia seguì l’orrore, perché una notte furono portati tutti al gas e il giorno dopo in quelle baracche vuote regnava un silenzio spettrale.
Per questo accolgo con grande convinzione l’appello che mi ha rivolto oggi su «la Repubblica» il professor Melloni. Mi rifiuto di pensare che oggi la nostra civiltà democratica possa essere sporcata da progetti di leggi speciali contro i popoli nomadi. Se dovesse accadere, mi opporrò con tutte le energie che mi restano. Mi accingo a svolgere il mandato di senatrice ben conscia della mia totale inesperienza politica e confidando molto nella pazienza che tutti loro vorranno usare nei confronti di un’anziana nonna, come sono io.
Tenterò di dare un modesto contributo all’attività parlamentare traendo ispirazione da ciò che ho imparato. Ho conosciuto la condizione di clandestina e di richiedente asilo; ho conosciuto il carcere; ho conosciuto il lavoro operaio, essendo stata manodopera schiava minorile in una fabbrica satellite del campo di sterminio.
Non avendo mai avuto appartenenze di partito, svolgerò la mia attività di senatrice senza legami di schieramento politico e rispondendo solo alla mia coscienza. Una sola obbedienza mi guiderà: la fedeltà ai vitali principi e ai programmi avanzatissimi – ancora in larga parte inattuati – dettati dalla Costituzione repubblicana. Con questo spirito, ritengo che la scelta più coerente con le motivazioni della mia nomina a senatrice a vita sia quella di optare oggi per un voto di astensione sulla fiducia al governo. Valuterò volta per volta le proposte e le scelte del governo, senza alcun pregiudizio, e mi schiererò pensando all’interesse del popolo italiano e tenendo fede ai valori che mi hanno guidata in tutta la vita.
Tra queste voglio ricordare oggi gli appartenenti alle popolazioni rom e sinti, che inizialmente suscitarono la nostra invidia di prigioniere perché nelle loro baracche le famiglie erano lasciate unite; ma presto all’invidia seguì l’orrore, perché una notte furono portati tutti al gas e il giorno dopo in quelle baracche vuote regnava un silenzio spettrale.
Per questo accolgo con grande convinzione l’appello che mi ha rivolto oggi su «la Repubblica» il professor Melloni. Mi rifiuto di pensare che oggi la nostra civiltà democratica possa essere sporcata da progetti di leggi speciali contro i popoli nomadi. Se dovesse accadere, mi opporrò con tutte le energie che mi restano. Mi accingo a svolgere il mandato di senatrice ben conscia della mia totale inesperienza politica e confidando molto nella pazienza che tutti loro vorranno usare nei confronti di un’anziana nonna, come sono io.
Tenterò di dare un modesto contributo all’attività parlamentare traendo ispirazione da ciò che ho imparato. Ho conosciuto la condizione di clandestina e di richiedente asilo; ho conosciuto il carcere; ho conosciuto il lavoro operaio, essendo stata manodopera schiava minorile in una fabbrica satellite del campo di sterminio.
Non avendo mai avuto appartenenze di partito, svolgerò la mia attività di senatrice senza legami di schieramento politico e rispondendo solo alla mia coscienza. Una sola obbedienza mi guiderà: la fedeltà ai vitali principi e ai programmi avanzatissimi – ancora in larga parte inattuati – dettati dalla Costituzione repubblicana. Con questo spirito, ritengo che la scelta più coerente con le motivazioni della mia nomina a senatrice a vita sia quella di optare oggi per un voto di astensione sulla fiducia al governo. Valuterò volta per volta le proposte e le scelte del governo, senza alcun pregiudizio, e mi schiererò pensando all’interesse del popolo italiano e tenendo fede ai valori che mi hanno guidata in tutta la vita.
Liliana Segre
Discorso integrale pronunciato il 5 giugno 2018 al Senato
Allegati
- Libretto - Luminosa - Giorno della memoria 2022[.pdf 1,6 Mb - 26/01/2022]
A cura di
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