19 ottobre 2023
Nell’ultima seduta del 27 settembre scorso, il Consiglio comunale ha approvato il Piano Urbano del colore, con l’obiettivo di coordinare gli interventi di manutenzione, restauro e risanamento delle facciate e superfici esterne degli edifici, nel rispetto del loro valore storico. Scopo secondario, non di scarso rilievo, è quello di semplificare il procedimento edilizio relativo alle tinteggiature: una semplice comunicazione al Comune con indicazione del codice della tinta colore suggerita o ammessa nel piano, consente al cittadino di avviare immediatamente i lavori. E questo, anche per i fabbricati soggetti al vincolo paesaggistico, per cui non è più necessaria la preventiva autorizzazione della Soprintendenza. Questo perché le Amministrazioni comunali che si siano dotate del piano del colore, hanno operato nella direzione della ricerca storica e dell’attenzione all’armonia urbana che costituisce una priorità nel Codice dei beni culturali e del paesaggio.
«Per Vigliano Biellese – spiega il Sindaco, Cristina Vazzoler - non è una novità l’attenzione alla coerenza anche cromatica delle facciate degli edifici. Già nel 2003, uno specifico allegato al Regolamento edilizio si poneva il problema di come affrontare organicamente un processo di conservazione e ripristino dei Villaggi operai Trossi e Rivetti, di indubbio valore storico-identitario per la comunità locale. Applicata da venti anni a questa parte, tale regolamentazione ha indirizzato gli interventi nella direzione del recupero dell’assetto cromatico originario degli edifici, rivalutando il relativo contesto urbano.
Con il nuovo piano del colore – prosegue il Sindaco - non sono i soli Villaggi al centro di una specifica attenzione: l’intero territorio comunale è stato oggetto di un significativo e complesso lavoro di rilievo del patrimonio edilizio esistente. Il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, con il prof. Andrea Di Giovanni coadiuvato dall’arch. Roberta Podda, ha individuato diciotto unità urbane, rilevando in ciascuna le tinte colore prevalenti per una pianificazione rispettosa delle origini e del contesto. Il piano non opera con divieti imperativi, ma indica – forte delle motivazioni e dei risultati degli studi condotti in loco – colori in linea con la tradizione; suggerisce e ammette un cospicuo insieme di tinte colore impiegabili per le opere di finitura; il ricorso a queste ultime – peraltro - non esaurisce in ogni caso le possibilità di scelta offerte al cittadino. Le tinte suggerite o ammesse sono circa 60 in ogni unità urbana, rispetto alle 15-20 pre-esistenti, mentre si riducono a 4 nelle aree di particolare rilevanza storica, in linea con le previsioni già operanti dal 2003.
Riteniamo che quello del piano del colore sia un importante obiettivo raggiunto e che sia preziosa la collaborazione con il Politecnico di Milano. In Piemonte, sono numerosi i comuni dotati di un piano del colore: non tutti, però, si occupano dell’intero paesaggio urbano, limitandosi a trattare i soli centri storici. Nel nostro caso lo studio che è stato condotto ha interessato tutto il territorio, con un metodo molto meticoloso e strutturato, che il prof. Di Giovanni ha garantito, coordinando numerosi studenti che hanno condotto l’ampio rilievo in Vigliano Biellese.
«Per Vigliano Biellese – spiega il Sindaco, Cristina Vazzoler - non è una novità l’attenzione alla coerenza anche cromatica delle facciate degli edifici. Già nel 2003, uno specifico allegato al Regolamento edilizio si poneva il problema di come affrontare organicamente un processo di conservazione e ripristino dei Villaggi operai Trossi e Rivetti, di indubbio valore storico-identitario per la comunità locale. Applicata da venti anni a questa parte, tale regolamentazione ha indirizzato gli interventi nella direzione del recupero dell’assetto cromatico originario degli edifici, rivalutando il relativo contesto urbano.
Con il nuovo piano del colore – prosegue il Sindaco - non sono i soli Villaggi al centro di una specifica attenzione: l’intero territorio comunale è stato oggetto di un significativo e complesso lavoro di rilievo del patrimonio edilizio esistente. Il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, con il prof. Andrea Di Giovanni coadiuvato dall’arch. Roberta Podda, ha individuato diciotto unità urbane, rilevando in ciascuna le tinte colore prevalenti per una pianificazione rispettosa delle origini e del contesto. Il piano non opera con divieti imperativi, ma indica – forte delle motivazioni e dei risultati degli studi condotti in loco – colori in linea con la tradizione; suggerisce e ammette un cospicuo insieme di tinte colore impiegabili per le opere di finitura; il ricorso a queste ultime – peraltro - non esaurisce in ogni caso le possibilità di scelta offerte al cittadino. Le tinte suggerite o ammesse sono circa 60 in ogni unità urbana, rispetto alle 15-20 pre-esistenti, mentre si riducono a 4 nelle aree di particolare rilevanza storica, in linea con le previsioni già operanti dal 2003.
Riteniamo che quello del piano del colore sia un importante obiettivo raggiunto e che sia preziosa la collaborazione con il Politecnico di Milano. In Piemonte, sono numerosi i comuni dotati di un piano del colore: non tutti, però, si occupano dell’intero paesaggio urbano, limitandosi a trattare i soli centri storici. Nel nostro caso lo studio che è stato condotto ha interessato tutto il territorio, con un metodo molto meticoloso e strutturato, che il prof. Di Giovanni ha garantito, coordinando numerosi studenti che hanno condotto l’ampio rilievo in Vigliano Biellese.
Un lavoro imponente - conclude Vazzoler - che approderà a breve ad un volume che il Comune ha inteso stampare, e che costituirà un punto di riferimento unico per professionisti e cittadini tutti, nonché uno strumento di studio per gli studenti e gli appassionati della materia.»
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